Digital Detox: Boomers, Millennials & Gen Z
Una vita senza il digitale è possibile?
Vi siete mai fermati un attimo a riflettere su quanto tempo passiamo collegati ad un device digitale? Computer, smartphone, tablet, casa domotica, auto a guida assistita, sono una vera e propria estensione dei nostri corpi e cervelli di cui sentiamo di non potere fare a meno, stiamo male al solo pensiero di aver dimenticato il cellulare a casa.
Siamo affetti da quella che gli esperti definiscono “overdose digitale”, un sovraccarico che incide significativamente sulla nostra soglia di attenzione e sulla nostra produttività, benché siamo convinti del contrario (uso le note dell’iPhone per la lista della spesa così non perdo tempo, cerco su Google una ricetta, metto sveglie per qualsiasi cosa mi debba ricordare ma non mi ricordo niente… vi riconoscete?). Si tratta di un fenomeno che ha effetti sia sui giovani, ma anche sugli adulti e i senior, che spesso non riescono a trattenersi dall’utilizzare device digitali in qualsiasi contesto, anche quando non sarebbe propriamente indicato, temendo di rimanere disconnessi dal mondo virtuale. Guarire dall’overdose digitale si può. Proprio come per l’abuso di sostanze e comportamenti devianti, serve un’azione di disintossicazione.
Si parla quindi di Digital Detox, buone pratiche per allenarsi ad utilizzare consapevolmente e con attenzione i supporti digitali.
Si potrebbe pensare che la fascia più interessata dall’overdose digitale sia quella dei cosiddetti GenZ, 12-16 enni. Ma c’è un grosso colpo di scena. Studi recenti hanno dimostrato come, al contrario, siano soprattutto gli adulti (i cosiddetti Boomers) ad essere sempre più soggetti dalla smania di socialità virtuale, con approcci spesso piuttosto maldestri che scatenano l’ilarità dei più giovani (parliamo dei cosiddetti “analfabeti funzionali”).
I migliori clienti, quindi, di ipotetiche cliniche per il detox digitale, avrebbero quindi, si stima tra i 45 e i 65 anni. Il Detox Digitale è un processo impegnativo per chi lo affronta, che richiede costanza, tenacia, forza d’animo; proprio come per affrontare una dieta o iniziare un nuovo sport.
Boomers, Millennials, Gen Z: social ed età anagrafica, uno studio interessante
Nel tentativo di stare al passo con il mondo che cambia e di comprendere meglio i loro figli e nipoti, Boomers e Millennials invadono i social con modalità ridicole e scarsa informazione sulla grammatica della comunicazione online. Facciamo un po ‘ di chiarezza e analizziamo in che modo il digitale impatta sulla vita di ciascuna fascia.
- Boomers (nati tra il 1965 e il 1980): hanno vissuto la loro giovinezza nel benessere dei patinati anni ’80 e oggi, non essendo nati nell’era di Internet, utilizzano i mezzi digitali in maniera goffa e a volte fuori luogo, configurando il fenomeno dell’analfabetismo funzionale tanto deriso dai più giovani e tanto dannoso per la qualità delle interazioni tra comunità online. Frequentano soprattutto Facebook, gli status di Whatsapp sono invasi da gattini e “Buongiornissimo”, ignorano l’esistenza di BeReal, TitkTok e ignorano le basilari regole di interazione in commenti e blog..
- Millennials (nati tra il 1981 e il 1996): sono i Figli del Nuovo Millennio, sono stati i primi veri nativi digitali della storia. Hanno maggiore familiarità con i mezzi di comunicazione e le tecnologie digitali perché hanno visto nascere i primi strumenti di comunicazione istantanea (SMS, MySpace, YouTube, Facebook e Twitter). Sono frequentatori di Instagram, raramente si avvicinano a TikTok (quello dei balletti), ricoprono posizioni chiave in ambito web/digital (Zuckenberg e Musk sono a tutti gli effetti dei Millenials).
- Generazione Z (nati tra il 1997 e il 2012): Sono la generazione di Instagram e di TikTok, hanno conosciuto YouTube prima di Canale 5, sono la prima generazione mobile della storia, letteralmente immersa nella realtà 2.0. I membri della Gen Z sono nati in un mondo iper-connesso e il telefono cellulare è il loro punto di contatto col resto del mondo da quando ancora non sapevano parlare: studiano, guardano film e serie tv, si tengono in contatto con gli amici, ascoltano la musica. Benché sappiano muoversi agilmente con la tecnologia, sono però i più esposti alle insidie della rete, come cyberbullismo e revenge porn.
Appare evidente da questa analisi che, nonostante le differenze di età e di approccio, sia fondamentale per tutti saper utilizzare al meglio Internet e i social network, attraverso percorsi specifici di educazione e digital detox.
Cosa si intende per digital detox?
Disintossicarsi dal digitale non significa abbandonare tutto per trasferirsi in un eremo lontano dalla realtà globalizzata, anzi, tutt’altro! Con l’espressione Digital Detox si identifica il processo che porta ad orientare i propri sforzi ad un uso consapevole, positivo, sano e sostenibile delle tecnologie digitali. E’ un percorso per individuare il proprio equilibrio nell’uso della tecnologia quotidiana (ndr. I Viaggi di TELS organizza esperienze di studio in Italia e all’estero che inseriscono nel programma percorsi di digital detox per sensibilizzare preadolescenti, adolescenti e giovani adulti su questa tematica. Per maggiori info).
I vantaggi del digital detox sono tangibili e molteplici: riduzione dello stress, maggiore consapevolezza del mondo reale che ci circonda, migliore equilibrio mentale, miglior rapporto con le persone che ci sono accanto e maggiore produttività.
Disintossicarsi non basta: per mantenere comunità virtuali sane e sicure, scambi tra pari equilibrati e rispettosi, relazioni con gli utenti umane benché virtuali, serve. Cosa ne pensi? Che tu sia uno studente, un genitore o un insegnante, facci sapere se e come applichi strategie di Digital Detox e in che modo la tecnologia ti aiuta nel lavoro, nello studio, nei rapporti con gli altri. Saremo felicissimi di ascoltare il tuo racconto!