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Facciamo ordine: il metodo Konmari ha contagiato anche noi

Marie Kondo

Facciamo ordine: il metodo Konmari ha contagiato anche noi

Riordinare spazi fisici (la stanza di un adolescente per esempio) per fare spazio mentale: ce l’ha insegnato una giapponese su Netflix

Kondo

Avevo scoperto Il magico potere del riordino” di Marie Kondo qualche anno fa quando, dovendo trasformare il mio studio/stanza del caos in cameretta per i bambini in arrivo, ho dovuto fare i conti con tantissime cose da riordinare/buttare/organizzare.

Marie Kondo è una giapponese specializzata nel fare ordine. Una banalità? Affatto. Lei ha condiviso col mondo questo suo metodo quasi scientifico e ne ha fatto un business: garantisce infatti che, anche le case più sovraffollate di oggetti, abiti, ricordi, nel giro di qualche giorno possono ritornare ad essere ambienti piacevoli e organizzati, risultato assicurato.

Does it sparkle joy?

Il principio base è: se devi decidere se tenere o buttare qualcosa, chiediti se quella cosa ti porta gioia (to sparkle joy, in inglese); se la risposta è affermativa, tienila, in caso contrario, ringraziala per il servizio che ti ha dato e salutata.
Si parte dagli armadi, ammucchiando (to make a pile, attenzione false friend – il pile in italiano è un tessuto caldo, in inglese un mucchio) tutti i vestiti in un punto della casa e scegliendo capo per capo cosa dà gioia e cosa no, poi si passa ai libri, alla cucina, al garage, ai documenti, alle scatole dei ricordi e così via finchè tutti gli ambienti della casa sono stati decluttered.

ça va sans dire, il libro è un best seller a cui ne sono seguiti molti altri e Netflix ha lanciato di recente una serie dedicata alla giapponese che riordina le case degli americani (Facciamo ordine).

Con l’ordine si studia e lavora meglio

A parte l’impatto fisico oggettivo che il riordinare porta a chi riesce nell’impresa (serve perseveranza e tanto tempo in alcuni casi!), è dimostrato che vivere, lavorare e studiare in ambienti ordinati e liberi da eccessi inutili, porti giovamento al rendimento, all’attenzione, alla produttività.
Così, come buon proposito del 2019, anche noi in ufficio a inizio gennaio, ci siamo messi a declutter le tre stanze di cui è fatto il nostro ambiente di lavoro (4 col bagno!). L’impresa non è ancora finita, è stata dura “lasciare andare” tanti oggetti, ma ci siamo divertiti e stiamo davvero avendo dei benefici.

Il decluttering è contagioso! Ognuno di noi ha ammesso che a casa, poco alla volta, si è messo a fare i conti con cucine sommerse di ricordi, garage in cui non si vedeva più il pavimento, librerie a rischio caduta per il sovraffollamento, ma soprattutto… camere di adolescenti inaccessibili!

Da adolescenti tutti noi sicuramente abbiamo avuto camere in cui nessuno adulto osava addentrarsi. Ricordo mia mamma che una volta presa dall’esasperazione, ha letteralmente lanciato dalla finestra la pila di libri che avevo ammucchiato sul pavimento.

Funziona anche con le camere degli adolescenti?

Ebbene, è possibile riordinare la camera di un/un’adolescente? Assolutamente sì e sarà un esercizio di consapevolezza davvero interessante.
Innanzitutto, dobbiamo dare loro una motivazione valida: “perché riordinare questa jungla in cui mi sento tanto a mio agio e in cui trovo tutto con facilità?” La risposta potrebbe essere che è necessario fare spazio per nuovi progetti/libri/fotografie da appendere, per creare un angolo da dedicare all’hobby del momento? Ognuno conosce i propri figli e saprà trovare la leva giusta.

Una volta decisi a iniziare, potete seguire il metodo KonMari (guardando magari insieme la serie su Netflix in lingua originale così si fa anche esercizio d’inglese!) o lasciare che i ragazzi si facciano un piano di lavoro con scadenze e obiettivi. Coinvolgete amici e fratelli, tutta la famiglia e sarà davvero una soddisfazione!

Consapevolezza, responsabilità, maturità

L’obiettivo è quello di rendere consapevoli i ragazzi (“questa stanza è davvero un caos, come faccio a studiare, invitare gli amici, rilassarmi in mezzo a tanto disastro?”), responsabilizzarli su un progetto tutto loro, portarli all’obiettivo guidandoli ma lasciandoli liberi di scegliere come procedere e, ultimo ma non ultimo, instillare loro un piccolo seme che li aiuterà quando saranno fuori di casa e trascoreranno un periodo scolastico all’estero o condivideranno un appartamento da universitari, per esempio, ad avere la vita più facile o quando si troveranno a dover prendere in mano un progetto in cui “mettere ordine” da professionisti, avranno una forma mentis per cui sapranno almeno da che parte cominciare.

Più spazio, meno caos, più luce e ordine sia fisico che mentale per studiare con più motivazione, vivere il proprio ambiente con consapevolezza e condividerlo fieri della gran fatica spesa!

Questo post è blu perché il decluttering richiede davvero tanta determinazione, occhi fissi sull’obiettivo e metodicità. Buon riordino!

Grazie,
Alice