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La nuova civiltà sostenibile è pronta – intervista a Marc Luyckx Ghisi

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La nuova civiltà sostenibile è pronta – intervista a Marc Luyckx Ghisi

E’ un vero onore ospitare sul nostro blog Marc Luyckx Ghisi, filosofo, economista e saggista belga, nonché membro negli anni Novanta della Cellule de Perspective ideata da Jacques Delors, ex presidente della Commissione Europea, e incaricata di pensare al futuro dell’Europa fino al 2050.

Una sua recente visita in Italia è stata l’occasione per fare il punto su argomenti vicini ai Viaggi di Tels come educazione, life skills e mondo del lavoro. La lungimiranza delle sue idee, la sua fiducia nei giovani e il suo ottimo italiano condito da un divertente accento belga ci hanno accompagnato in una mezz’ora di conversazione che è volata!

Ci scusiamo con i lettori per la lunghezza inusuale di questo post; Mr Luyckx ci ha talmente affascinato che ci siamo fatti trasportare… buona lettura!

L’intervista   

Di recente ha pubblicato un libro intitolato “La nuova civiltà sostenibile è pronta.” In esso, parla approfonditamente della Società della Conoscenza. E’ un concetto estremamente interessante, ma spesso mal definito dai media. Le va di spiegarci di cosa si tratta e in che modo siamo passati dall’Età Industriale alla Società della Conoscenza?

L’idea principale del libro è che non stiamo cambiando soltanto economia ma anche civiltà. La civiltà industriale si è rivelata pericolosa per due ragioni: 1) ha introdotto la minaccia nucleare; 2) si basa su un modello di crescita infinito in un mondo dalle risorse finite

La mia idea è che le persone comuni, a livello profondo, non vogliano questo suicidio collettivo. 

Ciò significa che come civiltà stiamo rimettendo in discussione tutto, dal modo di pensare a quello di insegnare, alla nostra idea di economia e di politica. Questo cambiamento collettivo parte in realtà dal singolo individuo, come ben illustrato da una ricerca condotta dal sociologo Paul H. Ray e dalla psicologa Sherry R. Anderson, iniziata nel 1986 e culminata negli anni 2000. 

Secondo questo studio, uno statunitense su quattro di diversa età, estrazione sociale e titolo di studio, palesava il proprio rifiuto verso la cultura del materialismo, indirizzando invece i propri consumi verso prodotti sostenibili o dimostrando un crescente interesse nei confronti di servizi di carattere culturale, indirizzati alla crescita personale, piuttosto che materiali.

In Italia possiamo stimare che il numero delle persone che hanno deciso di creare una nuova società – definite “creativi culturali” – sia già vicina al 50% dei vostri connazionali.

Lavoro, Istruzione, Artificial Intelligence

Si tratta di un cambiamento epocale! Noi a TELS ci occupiamo di educazione e di orientamento al mondo del lavoro quindi ci interesserebbe sapere quali conseguenze comporterà – e in realtà sta già comportando – secondo lei dal punto di vista dell’occupazione e dell’istruzione.

Penso che il vostro Metodo TELS sia molto interessante in quanto non si propone di instillare conoscenza nei ragazzi, ma di aiutarli a scoprire le loro qualità e a farle emergere, per cui l’idea mi piace molto! 

Mi avete fatto venire in mente Socrate, secondo il quale l’arte della pedagogia è l’arte della levatrice, ovvero di aiutare l’allievo a far emergere le proprie idee e i propri pensieri. Il bambino o il giovane possiedono già in modo innato la capacità di orientarsi verso l’essenza dell’esistenza: bisogna soltanto metterli nelle migliori condizioni di poterlo fare.

Se lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale sta già causando e causerà la perdita di milioni di posti di lavoro – nel settore industriale, ma non solo – in quali ambiti lavorativi prevede ci sia un futuro più roseo?

Nel comparto industriale i posti di lavoro sono destinati a ridursi. Se un imprenditore sa che una macchina o un software possono fare il lavoro di 1000 uomini e ha bisogno di uno o due manutentori, acquisterà quella macchina per rimanere competitivo. La Cellula di Prospettiva della Commissione Europea di cui facevo parte l’aveva già intuito 25 anni fa, ma forse eravamo troppo in anticipo sui tempi e non siamo stati ascoltati. 

La realtà è che il concetto stesso di lavoro e di reddito dovrà evolversi. La Finlandia, per esempio, ha già lanciato una sperimentazione di reddito universale garantito. Ci vorrà comunque del tempo, forse una o due generazioni, perché la maggior parte degli adulti di oggi, essendosi formati nella società industriale, non è ancora pronta per un simile cambiamento di prospettiva.  

Non voglio comunque scoraggiare nessuno. Al contrario! Abbiamo diverse ragioni per guardare al futuro con fiducia. Nella Società della Conoscenza il “mezzo di produzione” è l’essere umano con le sue caratteristiche insostituibili: il suo cuore, la sua anima, la sua intelligenza. E’ un nuovo tipo di società, che punta sempre di più sull’aspetto qualitativo. 

I nuovi protagonisti di una civiltà più sostenibile? Le donne!

Durante il suo intervento a TED Bruxelles, qualche anno fa, ha parlato di due cose fondamentali. 1) i giovani devono credere nelle proprie intuizioni. 2) A portare avanti il cambiamento di paradigma sono e saranno le donne. Non potremmo essere più d’accordo (il nostro cda è al 100% femminile e lavoriamo per crescere le prossime generazioni di cittadini del mondo).
Può approfondire questa dichiarazione? 

I giovani devono credere nelle proprie intuizioni, perché la nuova generazione è nata all’interno del nuovo paradigma. Le nuove generazioni, però, devono compiere un salto in avanti dal punto di vista della crescita interiore e spirituale. Devono quindi occuparsi di conoscere e ascoltare sé stessi in modo da orientarsi verso il bello e il vero, come diceva Socrate.

Quanto alla mia seconda affermazione, la nuova civiltà post-industriale, più sostenibile e umana, va verso la vita ed è naturale che a guidarla siano le donne, portatrici della vita. Si tratta più in generale di far emergere i valori femminili quali il saper creare armonia e la salvaguardia della vita.

Vi è un’affinità tra il suo pensiero e la nostra idea del Grand Tour Tels. Si tratta di un insieme di proposte didattiche in lingua inglese strutturate in “colori” finalizzate non solo all’apprendimento dell’inglese ma anche alla conoscenza delle proprie emozioni (rosso), allo sviluppo della creatività (giallo), alla capacità di lavorare in armonia con gli altri e con l’ambiente (verde) senza comunque sottovalutare l’importanza del pensiero logico e critico (blu). 

Il risultato che ci proponiamo di raggiungere con ogni singolo studente è identificato dal silver, che contraddistingue i giovani cittadini globali in grado di contribuire con vite felici a un mondo migliore.  

Anche secondo lei è giusto vedere il cambiamento di società – macroscopico – in atto come il risultato del cambiamento – microscopico – di ogni singolo individuo? E su quali competenze trasversali suggerirebbe a educatori e genitori di investire? 

 La risposta è semplice. Qualità umana, qualità umana, qualità umana! L’intuizione che avete avuto come Tels sull’unire l’aspetto del viaggio, allo studio delle lingue alla crescita e allo sviluppo personale dei giovani è bellissima. 

Nel mondo dell’economia immateriale post-industriale è la qualità umana e interiore ciò che conta. La creatività viene dall’anima. Si diventa creativi culturali viaggiando, dialogando e aprendo la nostra anima. 

Se i giovani coltivano questa apertura dell’anima possono crearsi qualsiasi posto di lavoro. Ricordiamoci che stiamo cambiando civiltà e stiamo andando verso una civiltà più umanistica e spirituale. In altri termini, stiamo alzando il livello di coscienza dell’umanità perché non ci sono alternative.